La Fiat 500 di Alexander Freud

La mia 500 L fu immatricolata nell’autunno del 1968 nell’esatto centro del Mediterraneo, presso la città di Reggio, terra in cui, intorno al 1500 a.C, era nato il toponimo “Italia”.

La mia 500 L fu immatricolata nell’autunno del 1968 nell’esatto centro del Mediterraneo, presso la città di Reggio, terra in cui, intorno al 1500 a.C, era nato il toponimo “Italia”.

Originariamente di carrozzeria turchese ed interni bordeaux, fu testimone dei Moti del ’70-’71 in cui i Reggini manifestarono il disappunto riguardo l’elezione di Catanzaro a capoluogo di regione: come seppi dal suo primo proprietario – incontrato per caso durante un’assemblea di associazioni di volontariato – durante la rivolta l’abitacolo della 500 ricevette, attraverso il tettuccio aperto, una bomba al gas lacrimogeno, la quale causò non pochi problemi di utilizzo della vettura per vari mesi.

Riverniciata in azzurro tendente al grigio ed acquistata, di terza mano, nell’estate del ’77 da mio papà, Alberto, il quale la comprò un paio d’anni dopo la laurea in architettura, si trovò presto ricoperta di striscioni, utilizzata durante i cortei e le manifestazioni pacifiste ed ambientaliste che mio padre sempre sostenne.

Io nacqui a fine Maggio del 1983 e la ricordo, nella sua nuova veste di un sobrio ma elegante color beige, come mezzo fidato di tutti gli spostamenti cittadini tra casa, asilo, ufficio e scuola (per i viaggi in Italia, nel Mediterraneo o in Europa i miei genitori utilizzavamo la – per me fantasmagorica – Citroën GSA, in seguito sostituita da modelli più capienti, ma meno attraenti, di altre marche).

Alla 500 di eventi bizzarri ne succedettero vari: ricordo la volta che l’impianto elettrico prese fuoco, danneggiando la pompetta del lavavetri, o la mia gioia nell’ascoltare musica quando mio padre fece installare un mangianastri; mentre non rammento più quando qualche idiota la rubò per poi lasciarla, ammaccata, in mezzo ad una strada o quando sulla moquette dell’abitacolo, causa caduta di semi e successiva umidità invernale crebbe… il prato!

Intorno al ’93 con un dozzinale restauro divenne color verde polpa d’avocado con interni neri. Proprio con la 500 in questa nuova veste ebbi le mie prime esperienze di guida (in strade private) finché, conseguita la patente, la usai sempre più spesso per recarmi all’università, dato che la mia facoltà era in cima ad un colle, oppure per le uscite con amiche ed amici, riservandole piccole riparazioni casalinghe – persino con dello stucco per pareti – e montaggi di alcuni pezzi.

Nell’autunno del 2005, grazie al totale sostegno economico di mio padre per l’iniziativa, decisi di intraprendere un restauro completo della vettura, ormai ridotta ai minimi termini, considerando la quantità di parti corrose od i fondi riparati con delle saldature. Una volta acquistati tutti i pezzi di ricambio di lamiera sostituibili la affidai ad un carrozziere sotto le cui mani erano passate parecchie 500. Presto divennero palesi le condizioni disastrose della vettura: persino il telaio era arrugginito in più punti ed il cruscotto quasi inesistente. Il carrozziere ed i suoi aiutanti lavorarono con maestria sul telaio, ricomponendone le parti corrose, e saldandone i nuovi pezzi di lamiera. Di certo il mastro – da uomo mediterraneo d’altri tempi – prese la sua calma: mi echeggiano nella mente le parole di mia madre, ischitana, allorquando ricorda i due principali difetti dei Calabresi.

La nostra 500 passò i 6 anni e mezzo del restauro dentro l’officina a pochi metri dalla battigia costiera dello Stretto: appena un’affacciata per mirare la Sicilia di fronte, attorniata da veicoli e moto antichi e moderni e dalle barche a vela del vicino circolo nautico reggino. Un lungo periodo, durante il quale terminai i miei studi accademici, studiando per 3 anni in Spagna e visitando 25 paesi stranieri (dei 51 in cui sono stato finora), instaurando amicizie con persone provenienti da tutti i continenti e relazioni, di brevi durate, con 8 ragazze.

Nei primi mesi del 2012 la tanta attesa verniciatura, dopo la quale mi prodigai per far rifoderare i sedili e far montare copertoni ai nuovi cerchi.

A Maggio il lavoro di meccanica, per fortuna completato in breve ed a Luglio la messa in strada della vettura, inaugurata con alcuni giorni di svago lungo la Costa Viola tra Scilla e Bagnara.

Tra il 2013 ed il 2017, nei periodi di permanenza in Italia (oltre ai frequenti incontri internazionali in paesi europei, mediterranei e caucasici ho trascorso, per lavoro, periodi di un anno in Sud America, con mia sorella, e di alcuni mesi nell’area Baltica), ho spesso goduto della vetturina, approfittando delle giornate soleggiate in qualunque stagione, con mia sorella ed amiche italiane e straniere, percorrendo la costiera calabra jonica e tirrenica ed anche inoltrandomi verso borghi arroccati alle pendici dell’Aspromonte presso l’area greco-italica della Bovesia e lungo la costa sicula orientale.

Ai raduni regionali o nazionali ho spesso preferito, infatti, escursioni in un gruppo ristretto di due o tre persone (il massimo di passeggeri raggiunto sulla 500 è stato di quattro persone ed un cane), a volte con la compagnia di un’altra 500 L di proprietà di una mia amica.

Un lieto momento da ricordare è stato il giorno del matrimonio di mia sorella minore: in tarda mattinata del 28 Settembre la ”Cinquecentina” (come ella la chiama), alla mia guida, ha accompagnato lei dal giardino di casa al Municipio reggino ed in seguito i due sposi sino al borgo costiero storico di Chianalea e poi fino al ristorante, a picco sullo Stretto.

L’internazionalità della mia 500 risiede nel fatto che ad oggi, negli ultimi 5 anni, il suo abitacolo ha ospitato persone provenienti da Portogallo (due), Bulgaria (due), Polonia, Stati Uniti, Spagna (quattro), Israele, Palestina, Brasile (cinque), Svezia, Macedonia, Francia (due), Australia, Russia e Libano, oltre che da varie parti d’Italia.

Appena ne avrò possibilità economica mi piacerebbe intraprendere un viaggio via terra e via mare presso alcune delle regioni mediterranee che più mi hanno attratto e che si trovano relativamente vicine, quali Sicilia, Andalusia, Malta, Albania, Montenegro, Grecia, Romania e Turchia. In famiglia non manchiamo, ovviamente, di prenderci periodicamente cura della 500, con sostituzioni di parti elettriche (dinamo, spinterogeno…) o meccaniche (braccetti, scatola dello sterzo, semi assi, disco della frizione, perni fuselli…), le quali, dopo quasi 50 anni di utilizzo, necessitavano di esser cambiate per la funzionalità a regime della vettura.

Personalizzata è la mia 500, sia per la scelta dei paraurti e fregi in stile F prima serie, sia per il volante ed il pomello della cloche (in legno, come li aveva preferiti mio padre anni prima) nonché il colore della carrozzeria, verniciata in giallo zabaione con interni rosso scarlatto e cerchi in tinta con le lamiere.

Ad anni dalla mia scelta mi resi improvvisamente conto di come l’accostamento giallo-rosso ricordi gli stemmi e le bandiere di regioni, province, città, istituzioni o antichi stati dell’Italia e della Spagna mediterranee, quali Napoli, la Sicilia, l’Aragona, la Catalogna ed anche della mia amata Turchia nella sua veste bizantina.

Da Naturalista-Panteista quale sono sto ritrovando, poco a poco, l’anima originale della 500, conservata tra motore, impianto elettrico, tachimetro ed altri pezzi rimasti per lo più immutati nei decenni.

L'officina per le vostre Fiat 500 d'epoca

Raramente ho trovato tanta cura e passione come in questa officina. Ne parlo in questo articolo. Se siete vicino a Milano e vi serve una squadra di bravissimi meccanici per la vostra Fiat 500 d'epoca questo è il loro contatto: tel +39 338 776 7046, Via Fanfulla da Lodi, 01, Trezzano sul Naviglio, MI